CHEFCHAOUENE – VEDO I DUE CORNI

Ieri sera dopo cena ho conosciuto Mourir ed è Lui che mi ha detto che ChefChaouene vuol dire vedo i due corni, riferito alle due montagne gemelle alle spalle della cittadina. E mi ha anche detto per cosa è famosa la città: l’acqua pura, la lana e .. l’ hashish (e di gente fatta e strafatta ne ho vista parecchia in giro !!). Io no, lo giuro ..

Stamattina, aspettando di incontrarmi con i due vecchi amici Marna e Danilo (con cui vent’anni fa abbiamo condiviso le due splendide uscite in moto in Etiopia ed in Sudafrica-Botswana e Namibia), mi sono incamminato per le strette vie della Medina ed è stato uno spettacolo che non mi aspettavo di sicuro; un piccolo assaggio lo avevo già avuto ieri sera ed i tanti che erano già venuti mi avevano parlato di Chefchaouene ma non mi sarei mai aspettato il caleidoscopio di colori (con l’azzurro prevalente su tutto), di profumi, di edifici, di stradine, di persone, di negozi, di incontri (anche un gruppo di simpatiche signore padovane), di scalinate e angusti passaggi che mi sono trovato ad affrontare stamani. Fantastico!!

Mi sono lasciato andare a camminare senza meta, su e giù continuamente ed ero inebriato da tutto quello che vedevo: mi è piaciuto tantissimo.

Ogni cosa bella ha comunque fine e nel pomeriggio sono riuscito, quasi miracolosamente a ritrovare la via dell’ Hotel Ahrazem, non prima di aver cambiato soldi e sistemata sym telefonica.

Intanto sono arrivati Marna e Danilo e con loro passo le ore fino alla cena insieme. Ah, sapete chi dipinge le case di azzurro? Le donne, sono le donne .. altrochè.

Domani Fes, una delle città imperiali.

Ciao ciao.

Maurizio

29/30.03.2023 TRAGHETTI

Giornata interlocutoria, attesa fino alle 13 per lasciare il Du Prince, monotono e lento trasferimento a Orano, lunga attesa fuori dell’ ingresso principale della Gare Maritime, lunghe, lunghissime formalità algerine, con ben 7 controlli tra passaporto e dogana (quest’ultima soprattutto rompe molto ed è un supplizio ..).

In ferry gli addetti spagnoli sono invece rapidi e professionali e così mi porto al deck 5 dove mi prendo due poltrone sui primi posti che si riveleranno strategici durante la traversata (hanno i poggiamani che si sollevano e così ne approfitto per distendermi per lungo, con lo zainetto a fare da cuscino: niente male ..)

Partiamo con tre ore ed arriviamo ad Almeria con tre ore e mezza di ritardo; adesso devo correre se voglio prendere il traghetto per Ceuta delle ore 16. Attraverso la città e subito mi sembra di essere in un altro mondo (oltrettutto il mio mondo!!): strade pulite, traffico ordinato, gente tutta vestita all’occidentale, strade senza buche e dossi rallentatori: wow ..

L’ autovia Mediterranea è una bellissima strada che percorre tutto il sud della Spagna fino a Cadice, è a 4 corsie (2 per ordine di marcia) e si snoda tra colline e montagne in un territorio con una caratteristica forse unica : le decine, centinaia, migliaia, forse decine di migliaia di bianche serre che viste dall’alto devono sembrare un grande mosaico con le tessere di un unico colore, quello della neve.

L’ultimo tratto è un po’ più caotico; siamo nella zona di Marbella, una delle più turisticamente frequentate della Spagna, con un bel mare, begli alberghi e resort, ottimi servizi e, in poco meno di 40 km, ben 4 campi da golf!! Mio cognato Andrea, grande appassionato, starebbe da Dio ..

Arrivo al porto di Algeciras che stanno finendo di imbarcare nel ferry della Balearia e riesco tranquillamente a salire a bordo. E’ solo un’ora e la compagnia di una coppia spagnola di Ceuta che ritorna a casa e di 3 motociclisti polacchi la fa passare velocemente. Meno veloci i controlli, perlomeno quelli della custom marocchina, ma comunque alle 17 e tre quarti sono oltre il confine e mi fermo per cambiare soldi e fare benzina.

E adesso via per i poco più di 100 km che mi separano da Chefchaouene dove ho prenotato una stanza di 3×2 mt nell’albergo storico più vecchio della cittadina: assolutamente un loculo!!

La strada è stata bella, simpatica da guidare per un motociclista, sicuramente quello che ho visto è un livello migliore dell’ Algeria e la salita alla città azzurra non ha fatto che confermare (per adesso) le mie impressioni iniziali: il Marocco è più facile dell’ Algeria.

Ed è anche più facile mangiare perché il “tajine” di pollo al limone con patatine fritte era veramente squisito (nonostante il Ramadan ..).

Ciao ciao.

Maurizio

diario del 28.03.2023 BRIGATA SPECIALE

Oggi è giorno di mercato qui ad Ain Temouchent e, se ancora non lo avete capito, mi piacciono molto i mercati, i souk, i bazaar .. trovo che qui c’è la gente autentica, vera, quella della vita quotidiana con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti, con i tik e le anomalie, ben vestiti e miserandi, di tutto veramente .. Solito giro a piedi soffermandosi alle varie bancarelle; contratto anche per una Jellabia ma poi non ne faccio nulla ..

Parto in moto poco dopo le 10 per andare alle spiagge che sono ad una trentina di km da qui e noto che i cartelli stradali indicano anche la direzione per il Marocco .. solo che dopo non c’è la frontiera per passare!! Le spiagge sono molto belle per quanto riguarda acqua e panorama attorno, molto peggio per la plastica e la sporcizia in ogni dove ed alcune anche per la bolgia attorno; solo la più vicina ad Ain Temouchent, la spiaggia di Oued El Halouf non ha case attorno ed è relativamente pulita, chiusa com’è tra due promontori rocciosi.

Sto ritornando verso il mio hotel quando mi fermo ad un cartello che indica una stazione di desalinizzazione dell’acqua marina; mi fermo a guardare e immediatamente arriva un’ auto bianca e verde dalla quale scendono due gendarmi in divisa verde: mi chiedono documenti (papier de la moto, permis de conduire, carte d’ identitè) e poi mi dicono che quello è obiettivo sensibile e devo seguirli alla centrale. Resto allibito ma spiego che non sono un bandito, non sono un terrorista, non ho fatto nulla, ho consegnato tutti i documenti, non trovo corretto il loro atteggiamento!! Niente da fare devo seguirli ..

E così mi sorbisco 40 chilometri fino ad El Malah dove dopo interrogatorio vengo rilasciato con profonde scuse, abbracci ed anche baci: non avevo paura, ero solo arrabbiato perché secondo me avevo subito un sorpruso. Mi hanno anche detto che loro erano una “brigata speciale” addetta al controllo degli obiettivi sensibili ma .. io ero arrabbiato lo stesso!! Anca questa me xe capità ..

Ritorno ed in serata cambio 20 € al miglior cambio di tutta l’Algeria: 220 dinari x 1 euro .

Domani traghetto per la Spagna, dopodomani traghetto per il Marocco: si cambia nazione.

Ciao ciao.

diario del 26.03.2023 LA PRIMA DELUSIONE

Mica una roba importante eh, ma tanto ero rimasto sorpreso in positivo ieri nel visitare il palazzo-cittadella di El Mechouar e tanto sono rimasto deluso nell’arrivare al mausoleo di Sidi Boumediene: uno stabile bianco, in mezzo a tante case con un minareto in mattoni rossi interessante.

Tutto qui, perché il luogo era chiuso e non c’era assolutamente nessuno .. e per arrivarci il Tom Tom mi ha fatto fare strade impossibili (addirittura una era tanto stretta che ci passavo con poco più di 5 cm per parte delle borse laterali .. per scoprire poi andandomene che c’era una bella strada larga (!)).

Da qui a Ain Temouchent ci sono poco più di 60 km che percorro lentamente in una bella strada che si inerpica su verdi colline con curve sinuose (mi piace questo termine, dà l’idea della morbidezza!!). Bella ..

Mi fermo ad una Naftal (la rete di benzina di stato) e faccio il pieno, pulisco la catena e la ingrasso: fila che è una bellezza. Ah, mi sono sempre dimenticato di dire che la benzina “verde” ha prezzo fisso in tutta l’algeria a 45,62 dinari (circa 0.30 al cambio ufficiale, poco più di 0,25 a quello nero).

Il hotel du Prince è un bell’albergo nel centro cittadino ad un costo di meno della metà di quelli prenotati dalla agenzia ma ha tutto quello che serve e Farouk, il ragazzo alla reception è gentile, efficiente, simpatico.

Starò qui tre giorni in attesa di imbarcarmi da Orano ad Almeria in Spagna. Qui attorno grotte, cascate, spiagge.

Ciao ciao.

Maurizio

25.03.2023 EL MECHOUAR – TLEMCEN

Lascio con un certo rammarico Orano (ci ritornerò tra 4 giorni per prendere il traghetto che mi porterà ad Almeria, in Spagna) perché devo dire che la città è bella e vivibile; la strada che per i primi 5 km è rotta e con dossi rallentatori diviene poi più percorribile, spesso a doppia corsia, ed in un panorama gradevole. Inizia costeggiando il grande Sebkha de Oran, lago che di acqua ne ha davvero poca (sembra lo Chott el Jerid tunisino) e poi sale di quota su basse colline che col colore verde delle coltivazioni un po’ ricordano certi squarci di Toscana ed Umbria. Sembra che qui i maggiorenti di Orano si trovino bene visto che Vi hanno costruito splendide ville.

Tlemcen è a soli 150 km da Orano e quindi li percorro ad una andatura lentissima; nonostante questo alle undici e mezzo sono al Islam 2 Hotel e prendo possesso della mia piccola camera al terzo piano portandomi la pesante borsa con gli effetti personale su per i gradini: uffa, direte Voi, cosa sarà mai .. Beh, per me è fatica !!

Tlemcen è città cosmopolita perché qui si sono avvicendate nel corso dei secoli tante culture diverse, con la città che è stata presa e poi perduta, ripresa e riperduta più volte da Almoravidi, zianidi, andalusi, arabi, spagnoli, francesi e .. chi più ne ha più ne metta.

Tante sono le manifestazioni di tali dominazioni ma due sono le vestigia che non si possono non visitare: il palazzo-cittadella di El Mechouar e la tomba-mausoleo-moschea di Sidi Boumedienne.

Lascio a domani mattina la visita a Sidi Boumedienne ed a piedi attraverso le vie cittadine; quando arrivo trovo il grande cancello chiuso: ma porca vacca. Al di là compare una guida con il figlio che mi dice che per il ramadan chiudono prima: per favore, vengo dall’ Italia per vedere il palazzo- mi spiace , fosse per me Ti farei entrare ma ..- sono venuto in moto apposta per la cittadella – in moto? Va bene , dai entra.

Così è andata ed alla fine ho visto qualcosa di veramente bello e interessante: non certo paragonabile per grandezza all’ Alcazar di Granada ma come bellezza ci siamo quasi. E poi dal 2014 ospita nelle sale una bella raccolta di abiti provenienti da tutte le province dell’ Algeria.

Insomma una gran bella location, che invito tutti quelli che verranno nel paese a venire a visitare, ed .. un bel culo.

In serata, alle 21 (prima no per via del Ramadan) per la cifra record di 20 € mi cucco una bella cena tradizionale di Tlemcen preparata apposta per me. Neanche questa volta muoio di fame!!

Ciao ciao.

Maurizio

24.03.2023 LA CITTA’ DEI DUE LEONI

Wahran (questo il nome berbero di Orano) significa due leoni e questo è appunto il simbolo che identifica la città (e che si trova con due grandi statue bronzee davanti alla Mairie, il municipio).

Fondata nel 902 dagli Andalusi, Orano ha visto passare tante dominazioni, dagli arabi-berberi agli spagnoli, dagli ottomani ai francesi , ed ogni dominazione ha lasciato importanti tracce nelle architetture e nei monumenti.

Stamattina è una gran bella giornata e si apre ancora meglio perché mi fanno trovare una colazione suntuosa .. ah, mi sono dimenticato di dire che sono l’unico ospite in questo momento.

Segue le indicazioni avute alla reception ieri e alle 8 sono già in strada in una città completamente deserta: tutti a letto a dormire (dopo essere stati alzati la notte, bambini urlanti per le strade fin oltre la mezzanotte ..), negozi chiusi, pochissime auto in movimento, situazione assolutamente irreale in una città araba.

Ne approfitto ed a piedi raggiungo prima la Place des Armes, dove si affacciano il teatro dell’ Opera e la Mairie (con appunto i due leoni) poi la cattedrale de le Sacre Coeur e quindi le Palais de la Culture: monumenti ed edifici molto belli .. ancor di più nella luce mattutina.

Rientro all’ hotel Les Ambasssadeurs e prendo la moto perché adesso i km da fare sono diversi e nell’ ordine vado alla Gare Centrale, alla moschea di Ibn Badis (la più grande dell’ Algeria prima della costruzione pochi anni fa della Grande Moschea di Algeri), al Palais du Bey (abbastanza in rovina ma ricordo tangibile della dominazione ottomana ed ora monumento nazionale) ed infine salgo per una bella strada costeggiata da pini marittimi fino al colle di Santa Cruz, alto più di 400 mt.

Il panorama che si gode da lassù è spettacolare e la visita al forte costruito dagli spagnoli e, appena più sotto, del Santuario omonimo lascia senza fiato: da un lato Orano con il porto, la città vecchia, la città nuova ed in lontananza il Sebkha de Oran (il lago poco profondo, qualificato nel 2001 come zona umida di importanza internazionale) e dall’altro Mers el Kebir, l’altro importante avamposto spagnolo ed ora porto militare.

Mi dispiace dover lasciare questo luogo ed il suo panorama ed il ritorno nel pomeriggio all’albergo avviene lentamente attraverso le piccole viuzze della città vecchia. In reception chiederò un ristorante in un albergo dove possa mangiare un non mussulmano: speremo ben, ea fame xe sempre in me compagnia .. he he he ..

Ah domani si cambia ancora: meta è Tlemcen, città cosmopolita con origini addirittura nella preistoria.

Ciao ciao.

Maurizio

diario del 23.03.2023 MALEDETTI DOSSI

Intanto la prima sorpresa di giornata è che stamattina sono senza petite dejeneur perché oggi è il primo giorno di ramadan (il mese del digiuno per i mussulmani) e quindi, durante il giorno e fino al calar del sole, non si trova assolutamente da mangiare.

Parto a stomaco vuoto ed inizia lo stillicidio dei dossi rallentatori; sono migliaia e nel corso delle prime tre ore riuscirò a percorrere poco meno di 100 km. Poi le cose leggermente migliorano ma il traffico nell’attraversamento dei vlllaggi e cittadine è intenso e si procede sempre a passo d’uomo (sempre per colpa degli ingorghi creati da dossi rallentatori e mezzi sgangherati).

Mi fermo ad una stazione di servizio e dopo il rifornimento mi metto in parte e tiro fuori tazza (grazie Niki e Vanni), acqua, busta col cappuccino, biscotti Oreo e .. anche per oggi colazione è fatta!!

Poco prima di Orano passo per Stidia che non ha altra particolarità se non di essere attraversata dal meridiano di Greenwich e qualche kilometro più avanti ho sulla sinistra la TOYALI Algerie, enorme complesso industriale e più importante acciaeria del paese.

Anche per arrivare all’ hotel Les Ambassadeurs mi affido a Google Maps che mi porta rapidamente alla meta attraverso le continue salite e discese delle stradine della città (belle ripide, eh ..).

L’ attempato signore alla reception è un vero vulcano di informazioni e mi prepara una lunga lista di luoghi da visitare; non so se domani riuscirò a farli tutti ma .. ci proverò.

Intanto stasera il problema sarà mangiare: sono cristiano ma il ramadan .. lo stò vivendo pure io!!

Ciao ciao.

Maurizio

22.03.2023 ALGERI

Algeri è una città di 3 ½ milioni di abitanti divisa in 3 parti: quella bassa (a livello del mare) costruita dai francesi e con edifici coloniali, quella alta (sui 400 mt) costruita nel 16° secolo dagli ottomani ed i palazzoni della periferia, relativamente decenti, costruiti dopo l’indipendenza.

Già, l’indipendenza: l’ ho già scritto a Timimoun ma in tanti muri dell’Algeria ci sono murales che ricordano quella lotta di 60 anni fa, così magistralmente “riportata” da Gillo Pontecorvo in quel film cult che è appunto La Battaglia di Algeri.

Visitare una città di questa grandezza richiederebbe almeno una settimana, tempo che obiettivamente non ho, e quindi devo dare delle scelte.

Ma andiamo con ordine perché la prima cosa che faccio è sistemare le pendenze con l’agenzia che mi ha supportato in questi giorni algerini; certo, qualche “incomprensione” c’è stata ma più all’inizio direi, poi tutto ha funzionato più che bene e non posso che essere soddisfatto. Alla Fancyellow trovo Islam e con Lui sistemiamo il tutto.

Adesso prendo la moto decido di andare alla grande moschea, uno splendore di monumento religioso, tutto in marmo, pulitissima, metà di visite continue di grandi e piccini della comunità islamica. La moschea in sé, intesa come sala di preghiera, è enorme (può contenere fino a 120 mila persone) ed a questa si aggiunge il grande cortile alberato con il minareto quadrangolare (il più alto del mondo con i suoi 267 mt), l’albergo per i pellegrini, la biblioteca , la maison della cultura islamica ed altri edifici. Peccato essere dovuto restare sulla porta per poche foto ..

Di diversa natura il Souk Dubai dove migliaia e migliaia di persone si spostano da un “banco” all’ altro, tutti divisi da stretti cunicoli dove è impossibile passare senza toccarsi o strusciarsi con qualcun altro .. e tutti in cerca dell’ offerta migliore. Una vera babele ..

Altro giro all’aeroporto perché è l’ unico posto dove posso prendere dinari in bancomat con carte di credito mastercard.

Ed infine in giro per le vie del centro per vedere la gente e mangiare qualcosa .. stavolta fast food locale.

Domani ancora in sella per affrontare i 430 km che mi separano da Orano. E senza autostrada!!

Ciao ciao.

Maurizio

21.03.2023 LA NEBLINA

Ieri qui a Constantine ho preso tanta pioggia e l’ idea di dover rimettere l’antipioggia non mi attira per niente. Invece come mi alzo guardo fuori e c’è cielo azzurro con nuvole bianche: molto bene.

Il tempo di uscire dalla caotica città (anche alle 7 del mattino) e la strada comincia a salire ed in men che non si dica mi trovo in mezzo alla nebbia, fitta come nel polesine in certe giornate invernali. Si, lo so che sono nuvole basse e non il fenomeno meteorologico che abbiamo in Val Padana .. ma l’effetto è lo stesso. Comunque sia ci sono abbastanza abituato ed anche se è bella fitta supero le auto che ho davanti e vado quasi normalmente (con i due megafari della Kazakina ben accesi). Incredibilmente le auto dietro mi si mettono a culo e mi seguono: ma guarda un po’, questi hanno aspettato un italiano (polentone poi ..) per farsi tirare!!

Scendiamo di quota e la nebbia sparisce e si vede invece un grande lago, poi gole tra le montagne, un grosso mercato di animali e pochi kilometri ancora ed appare .. il mare, l’adorato (e vituperato) mar Mediterraneo, che dopo qualche frequentata e sporca spiaggia di sabbia grigia lascia spazio ad un colore che dallo trasparente diventa poi verdino ed infine cobalto, con cale e calette tra le rocce che scendono a precipizio: bellissimo. E turisti veramente pochi!!

Altra particolarità, sia prima che dopo la grande città di Bejaia, diversi gruppi di macachi senza la coda, che si fermano a bordo strada per mangiare non so bene cosa; provo a fermarmi per fotografarli ma sono incredibilmente furbi: se mi fermo si fermano anche loro e mi guardano attentissimi ad ogni mia mossa e se tiro fuori la Nikon od il Huawei si dileguano alla velocità della luce ..

L’arrivo ad Algeri è come si può immaginare in un gran traffico (e a proposito di traffico dedicherò un post per spiegare cosa vuol dire guidare in Algeria, ci sono regole diverse che vanno rispettate) ma con l’aiuto di Google Maps trovo abbastanza facilmente il “Ostel Dortoir Tamaris” che a dispetto del nome è un albergo a tutti gli effetti, a parte il prezzo.

In un attimo arrivano tutti per conoscere l’ italiano che è stato prenotato dalla Fancyellow: Islam. Il titolare, Nassima alla reception, Saber che la sostituirà per la notte, Rima interprete per l’ inglese, Sabrina che fa le pulizie e Ferida , la mamma di Islam. Impresa familiare ma bravi!!

Domani sono ancora qui, Fancyellow e visita di Algeri. Fra due giorni comincia il Ramadan ..

Ciao ciao

20.03.2023 LA CITTA’ DEI PONTI

Costantina (per i francesi Constantine, per i romani Qusantina) è detta città dei ponti per via dei numerosi ponti che connettono le varie colline, vallate e gole su cui è costruita. E’ una città di 450 mila abitanti (terza per grandezza in Algeria dopo Algeri e Orano) ma è la indiscussa capitale dell’ economia algerina nonché capoluogo della parte orientale del paese.

Il traffico che la contraddistingue è caotico e lo è ancora di più per le ripide salite (e discese) che fanno usare la frizione continuamente, soprattutto in vicinanza dei dossi rallentatori, soprattutto se davanti c’è un bus o un camion che rallentano tutti.

Dopo essermela scapolata per due giorni stamattina lascio la bella camera all’ Hotel El Bey sotto una sottile pioggerellina, pioggerellina che andrà intensificandosi nel corso della giornata e che mi costringerà a ritornare con addosso tutto il completo antipioggia (giacca, pantaloni, copristivali e copriguanti).

Nonostante questo prendo la moto e faccio i quasi 6 km che mi separano dal centro del centro (città) e parcheggio a pochi metri da piazza dei Martiri e Bennacer Square.

Cambio 20 € da un illegale (ottengo molto di più del cambio ufficiale: 4000 dinari invece di poco meno di 3000. Il cambio è 1€ = 144,77 dz) e mi incammino sotto la sottile pioggia per Rue Didouche Mourad, o per meglio dire il vero “market” della città, frequentatissimo e pieno di negozietti tradizionali. mercato dove rubo parecchie foto ed anche qualche video Arrivo alla gola del Oued Rhumel passando davanti ad una moschea del 1443 e mi affaccio sui ponti El Kantara e Sidi M’chid: tante foto per questi panorami così particolari!!

Ritorno costeggiando il tribunale militare e arrivando a Place de la Brèche non posso non ammirare i bei palazzi coloniali (retaggio di una Francia che qui è rimasta parecchio tempo) tra cui spicca l’hotel El Maghreb.

Come detto mi prendo la mia razione di acqua e per ritornare al El Bey mi infilo nel disordinato caos di auto, camion, bus: viene spontaneo notare come ormai i motorini e le motorette non ci siano più: nei piccoli centri del deserto la facevano da padroni!!

Ieri sera ho cenato in un ristorante tradizionale algerino, ed alla fine ho conosciuto il gestore monsieur Bathi, che parla bene l’italiano in quanto ci ha vissuto per vent’anni, andando da Caserta a Bolzano: penso che stasera ci ritorno (sempre per mangiare algerino, eh ..).

Domani sono 380 km per arrivare alla capitale: Algeri, sto arrivandoooooo ..

Ciao ciao.

Maurizio