18.07.2022

TOSTA, VERAMENTE TOSTA

La partenza da Krasnij Yar avviene dopo alcune foto con mamma e bambino che ci avevano fatto video lungo la strada di ieri. Sono 30 km fino al border russo/kazako che volano veloci tra mandrie di cavalli bradi e distese di .. nulla!!

In neanche mezz’ora espletiamo le formalità di uscita con tanta affabilità da parte dei giovani doganieri russi; altrettanto veloce la dogana kazaka che dopo non poche domande divertite su chi siamo e dove andiamo appone il tanto agognato timbro di ingresso. Pochi km e ci fermiamo per rifornimento: costo al litro poco più di 0,30 €, 170 tenge).

La strada è bella, si corre veloce e già facciamo previsioni sull’ora di arrivo e su cosa fare: poveri illusi!! Dopo una quarantina di km ci fanno uscire dal nuovo tracciato ed entriamo in quello vecchio: ne usciremo, dopo tratti alterni di sterrato vero e proprio, asfalto con miliardi di buche profonde, tutti e due insieme, dopo circa 200 km, un vero inferno per moto cariche come la mia.

La prima a partire per le vibrazioni è una saldatura di una staffa che tiene unite le due valigie laterali; la sistemo con del fil di ferro e delle fascette (non devono mai mancare in viaggi del genere .. insieme al nastro americano!!) e dovrò farlo ancora più avanti; poi la temperatura della moto che va al massimo (piccola sosta e tutto ritorna nella normalità .. boh); infine per le vibrazioni perdo il coperchio della bottiglietta termica che ho sempre con me (poco male, direte, ma ..devo buttare la bottiglietta e comprarmene un’altra!!).

Il caldo poi è bestiale e dobbiamo fermarci spesso per idratarci e comprare nuova acqua. In una di queste soste in un villaggio lungo la strada abbiamo il primo , e non sarà l’ultimo, incontro con i cammelli; cammelli eh, non i dromedari che si vedono spesso in africa, questi hanno due gobbe.

Insomma arriviamo ad Atyrau sul far della sera ed affrontiamo la notte al Kazakhstan Hotel, bell’albergo con tutte le comodità: non è il mio target di alloggio ma stavolta direi che ci stà proprio bene (e me lo conferma anche Anna da casa: santa donna!!)

Domani restiamo ad Atyrau. Ciao ciao.

Diario del 17.07.2022

KAZAKHSTAN STIAMO ARRIVANDO

Lasciamo al mettino presto il bel hotel Evropa dove abbiamo passato la notte (stamane e domenica e tutti stanno ancora dormendo) e ci fermiamo alla stazione di servizio più vicina per la colazione, come al solito. La signora che la gestisce appena sa che siamo italiani lo fa sapere a tutti gli avventori, e con una punta di orgoglio anche, come per dire: dei motociclisti italiani si sono fermati da me!!

La strada che da Kizlyar conduce ad Astrachan è di una noia mortale e se non ci mettessimo delle soste ogni tanto con chiacchiere con i locali (uno spasso cercare di comunicare con persone che non capiscono una nostra parola .. e noi una delle loro, ma con entrambi che cerchiamo il contatto ..) sarebbe veramente dura: caldo afoso e piattezza assoluta in tutti i sensi:

Sosta per pranzo in un “cafe”, qualche pietanza locale, una bibita fresca di cui non abbiamo capito il nome, scambio di parole con una famiglia russa.

Nel pomeriggio arrivo ad Astrachan (che doveva essere la nostra meta di giornata) da cui decidiamo di proseguire almeno un’altra trentina di km verso la frontiera Kazaka; a Krasni Yar cerchiamo una “gostinitza” e dopo un paio di tentativi andati a vuoto troviamo posto all’”allianz”, una camera con tre letti senza infamia e senza lode.

Domani affronteremo un’altra frontiera ed entreremo, si spera, nella nostra nona nazione: l’ ALL AROUND THE WORLD TWO continua con la solita determinazione!!

Ciao ciao.

16.07.2022

DALLA RUSSIA CON .. PIACERE

Lunga, lunghissima giornata oggi, ma assolutamente una gran bella giornata. Inizia presto, senza colazione, e già poco dopo le 7 siamo vicino alla frontiera georgiana; dico vicino perchè prima di arrivare al gate, con la quantità di auto e camion che ci sono, passerà oltre un’ora. Formalità veloci e poi crediamo di andare subito al border russo: pia illusione perchè ci vorranno due ore e mezzo di sosta nella zona di nessuno prima di arrivare alla frontiera vera e propria.

Sapete che ieri non avevamo nessuna certezza che ci avrebbero fatto passare solo con il visto ( qualcuno si era fatto fare un “permit” spendendo 250 €, cosa che noi non volevamo fare) e quindi immaginate la nostra gioia quando, dopo alcune domande riguardanti i miei dati personali, il gentile addetto ha messo il timbro arancione sul passaporto. Non era finita, mancavano i controlli doganali e la compilazione del documento da portare con sè su tutto il teritorio russo. Altre due ore ma finalmente potevo chinarmi e baciare la terra: eravamo in Russia, tutti i nostri timori dissolti.

In frontiera abbiamo incontrato altri due motociclisti, Josè Carlo (spagnolo di Alicante) e Rolf (svizzero di Basilea). Con loro abbiamo diviso le ore nel border e con loro abbiamo fatto il primo tratto di strada in territorio della Federazione. Dopo un pranzo in un “Cafe” ci separiamo, con Josè Carlos che punta a nord mentre noi tre continuiamo insieme verso Grozny e la Cecenia.

Territorio tutto sommato tranquillo, anche se è strano che accanto alla polizia russa ci sono sempre i miliziani ceceni con divisa mimetica. Tante vacche, lungo la strada, in mezzo alla strada, nei campi attorno e naturalmente tanta m…a .. he he he ..

Arriviamo col buio nella cittadina di Kizljar e qui troviamo una splendida suite all’ Hotel Evropa all’incredibile prezzo di 15 € a testa: siamo stati veramente fortunati e la splendida doccia dell’albergo chiude questa lunga giornata .. lunga ma bella, eh.

Ciao ciao.

LA LUNGA ATTESA

15.07.2022

LA LUNGA ATTESA

Ieri sera qui a Stepantsminda è stata una bella rimpatriata tra amici motociclisti; ci siamo incontrati in un piccolo ristorante con Franco, Maurizio e Rosario (in stretto ordine alfabetico) di Kamchatka Raid e più tardi, davanti ad una bella birra georgiana fredda è arrivato anche Federico che aveva sistemato lo statore alla KTM di Tbilisi. Immaginatevi i racconti e gli scambi di impressioni!

Stamattina presto Maurizio Limonta e Federico, in possesso di una dichiarazione che li classifica come “importanti lavoratori” sono andati in frontiera e sono passati; noialtri 4 non abbiamo questa dichiarazione (costo 250 €) e domani proveremo in due soluzioni diverse ad attraversare la frontiera: Franco e Rosario si sono fatti spedire la dichiarazione, io e Giovanni proveremo senza dichiarazione, pronti anche a ritornare indietro se non ci faranno entrare.

In pratica la giornata è passata in una lunga attesa (prima di notizie da Maurizio e Federico dalla frontiera, notizie arrivate solo dopo 4 ore) e poi ad aspettare una coppia di motociclisti di nazionalità indefinita con doppio passaporto portoghese e russo che dopo essersi fatti aspettare per ore in 10 minuti ci hanno salutato e sono andati in frontiera (che dista 11 km da qui. Intanto l’ immensa mole del Kazbegi, con i suoi 5054 mt, ci sovrasta con assoluta pacatezza.

Domani dunque si decide la nostra sorte di viaggio ma veramente siamo tranquilli e sereni anche se non dovessero farci passare.

Per la cena andiamo giù dalla signora Kya Khaykasvili (l’anziana proprietaria della guesthouse) ad utilizzare la Sua cucina e farci una fantastica pasta con tonno e pomodoro (Giovanni è uno “chef” provetto, abituato com’è a casa a farsi da mangiare, ). ed io .. approfitto.

Ciao ciao.

14.07.2022

ALTA MONTAGNA

Ci separiamo da Federico (che alle 11 va a sistemare lo statore alla KTM) ed usciamo nel solito caotico traffico da Tbilisi. Ieri sera abbiamo apprezzato la pace e la tranquillità della Old City ma di certo non rimpiangeremo il caldo ed il traffico delle arterie principali.

Dirigiamo le nostre ” motorette” a nord e la strada si dimostra subito piacevole, anche se ancora afosa. A 120 km dalla frontiera sulla nostra destra, fuori dal margine della strada sono fermi migliaia di TIr, di tutte le nazionalità: non sarà così fino al border ma per lunghi, lunghissimi tratti si. Passiamo accanto anche ad una dei bracci del lago formato dalla diga di Zhinvali e godiamo della bellezza del castello di Ananuri.

Il paesaggio comincia a cambiare e l’aria diventa più fresca e frizzante; è una vera strada di montagna quella che si inerpica lungo le pendici che portano al Jvari pass, a 2395 mt di altitudine; prima però abbiamo modo di vedere un gruppo di deltaplanisti, uno strano anfiteatro in mezzo alle montagne e la stazione sciistica di Gudauri a 2200 mt.

Attorno a noi alte montagne verdi (alcune con le cime rocciose ancora coperte di neve) e diversi tornanti da affrontare prima della discesa verso la vallata del Terek River dove si trova a 1800 mt circa la cittadina di Stepantsminda (o Kazbegi che dir si voglia).

E’ qui che ci dirigiamo e proviamo a trovar posto presso la Lya Kaykhasvili Guesthouse: scelta quanto mai appropriata con stanza ampia con tre letti, tutti i comfort, pulita e ben organizzata.

Stasera non si sa: o cena autogestita o uscita in ristorante in zona .. vedremo.

Ciao ciao.

13.07.2022

DAY & NIGHT

La colazione la stiamo facendo da 2 giorni in un piccolo Despar dove vendono brioches e dove preparano un buon “americano” a cui aggiungere il latte (inutile parlare di cappuccino, qui ..).

Da ieri sera siamo insieme a Federico Marretta e tutti e tre ci rechiamo in mattinata alle rispettive filiali moto (Kawasaki, Honda e KTM) per un check up ed una sistemazione prima del lungo tragitto in Asia Centrale (sempre se ci fanno entrare, ovviamente ..). Io sono davvero fortunato perchè il lavoro svolto alla Kawasaki è veramente pregevole per professionalità e apprezzabile per cortesia e simpatia (ed in più gratuito): un grazie di cuore ad Alexander, David (Dato) e Toko ed ovviamente a tutto lo staff.

Anche Giovanni riesce ad ottenere una ottima preparazione moto mentre Federico dovrà attendere domattina. Nel pomeriggio percorriamo a piedi il tragitto in discesa che ci separa dal centro storico (Old City) di Tbilisi e ci lasciamo rapire da alcuni splendidi scorci e da monumenti nuovi ed antichi (su tutti l’avvenieristico “Ponte della Pace” opera dell’architetto italiano Michele De Lucchi). Anche in serata continuiamo a muoverci tra le piccole viuzze ed in mezzo ai vecchi palazzi, fino alla principale “Piazza della Libertà” dove si conclude il nostro minitour. Ah, per il ritorno (in salita) preferiamo un taxi (eh, sapete, l’età .. e la birra in corpo!!)

Domani partenza verso nord, verso la frontiera che deciderà il nostro futuro prossimo ..

Ciao ciao.

12.07.2022

FA TANTO CALDO

La notte al Georgia on my mind hostel non è stata tranquilla; Giovanni è stato spostato in uno sgabuzzino pieno di tutto (anche bestiolini varie .. ) senza neanche una finestra, in dormitorio (al letto a castello superiore) si è sofferto molto il caldo, le moto parcheggiate in strada con minacce di chiamare la polizia da parte dei vicini sono state un assillo costante; insomma, al mattino decidiamo di cambiare e di andare in altra sistemazione.

Lo Sheni hostel che ci accoglie col suo parcheggio privato e coperto ci sembra un bijou, la stanza con tre letti tutti per noi (allo stesso prezzo del dormitorio dall’altra parte .. ) è perfetta, riusciamo a lavare in lavatrice tutta la roba sporca e soprattutto Roma (Andrea, di nome), gestore innamorato dell’ Italia e della Sua storia (ha anche giocato a calcio al Bari e alla Reggina!!) ci fanno subito innamorare della nuova location.

Il tempo passa a sistemare le nuove mappe sul Tom Tom, a mettersi in contatto con Federico Marretta che incontreremo in serata, a mandare mail alla Kawasaki per un check up completo alla moto.

Ed andrà a finire con l’arrivo di Federico nel tardo pomeriggio e con la Kawasaki Georgia che nella persona del Suo manager Alexander Asatiani mi invita ad un controllo gratuito per il mattino dopo: beh, insomma, niente male questa giornata , direi. La cena con Chakapuri (specialità locale a base di formaggio fuso) è poi la ciliegina finale.

In tutto questo mi sono dimenticato di dire, e mi sembra cosa non da poco, che qui a Tbilisi fa veramente molto caldo, un caldo afoso e appiccicoso che ricorda quello della nostra pianura padana, un caldo che nella immobilità della notte ci fa sudare oltre misura.

Ciao ciao.

11.10.2022

GEORGIA

Primo: cani, tanti cani, milioni di cani macilenti (e pieni di pulci) che si grattano continuamente.

Secondo: la Georgia è verdissima ma tanti sono i pascoli (e le mucche) e poche le zone coltivate e per di più con piccoli appezzamenti (più grandi orti che piccoli campi) e non quindi con agricoltura intensiva.

Terzo: le strade per arrivare a Tbilisi sono di due tipi e cioè la superstrada o autostrada non a pagamento con asfalto fantastico a 2 corsie per senso di marcia e le altre strade dove Ti mandano ad un certo punto (almeno 3-4 volte) con manto stradale indescrivibile, caos di automezzi, polvere, e chi più ne ha più ne metta.

Quarto: quando sei per la strada normale, sul bordo, tutti vendono di tutto dagli ortaggi alla frutta, dai vasi alle amache, dalle sdraio alle pannocchie bollite o caldarroste in luglio!!

Ora siamo a Tbilisi, la capitale, dopo più di 400 km di tutto quanto raccontato sopra, e ci mancava anche che l’ostello prenotato su booking fosse il peggiore mai capitato a tutti e due: stanotte stiamo qui e domani vediamo se troviamo qualcosa di meglio.

Naturalmente si va comunque a mangiare .. ed ovviamente georgiano: i piccoli locali non mancano e speriamo stavolta di fare una buona scelta

10.07.2022

MAMMA QUANTA ACQUA

Da Samsun a Trabzon sono solo 330 km ma passarli tutti sotto l’acqua non è proprio il massimo; e aggiungerne poi altri 210 fino a Batumi visto che non si può fare il preventivato campeggio e sempre sotto l’acqua rende la cosa ancora meno divertente.

Incontriamo moschee dal tetto dorato, anche loro sotto il plumbeo cielo che regala solo gocce penetranti (non sò la situazione adesso ma penso che in Italia farebbero proprio comodo!!), un piccolo squarcio di sole poco prima di arrivare in frontiera subito fugato da un nuovo scroscio ed una vista sul Mar Nero sotto coltri di nubi nere ma pur sempre di un bel azzurro.

A questo da aggiungere le due ore passate in frontiera, tra dogane turche e dogane georgiane, ed un ostello difficile da trovare, a dir poco “scrauso”, senza acqua calda e lontano da qualsiasi esercizio pubblico.

Ma dai, non penserete mica che siamo giù? Ma neanche per sogno .. questo è il viaggio e domani si arriva nella bella Tbilisi, capitale dello stato georgiano.

Evvai ..

09.07.2022

SAMSUN MA SENZA LA G

Bella la sveglia nella location trovata ieri .. e con il sole del mattino ancora più fantastica. Colazione autogestita e poi via per i 390 km che ci separano da Samsun, cittadina sul Mar Nero.

La strada scorre veloce sotto le ruote delle nostre cavalcature e sarà la doppia corsia che la fa assomigliare ad una autostrada, sarà l’andatura lenta, sarà che siamo rilassati fatto sta che spesso ci lasciamo andare per un momento (ma solo per un momento, eh ..) tra le braccia di Morfeo e siamo costretti a frequenti soste per cercare di svegliarci un pò.

L’arrivo a Samsun è nel primo pomeriggio e troviamo direi velocemente il Divan Otel, modesto alberghetto ma con il WiFi, l’aria condizionata, la possibilità di parcheggio ed .. un basso costo. Ma non hanno il POS che funziona e quindi dobbiamo spostarci verso una banca per ritirare lire turche: non Vi dico le risate e .. le bestemmie visto che tutte le indicazioni sono in turco (lingua che noi conosciamo benissimo, ovviamente !!

In serata usciamo per mangiare qualcosa ma grande è la nostra sorpresa quando ci accorgiamo che tutti i locali sono chiusi per una festività di cui non ricordo il nome; solo dopo una buona mezz’ora arriviamo nella piazza principale dove ci sono i McDonald, i Burger King ed un fast food locale: stavolta è andata così, purtroppo.

Domani tappa corta fino a Trabzon (Trebisonda), ancora sul Mar Nero ma molto dipenderà dal tempo (meteo): potremmo anche prolungare un pò per fare di nuovo del campeggio libero.

Ciao ciao.