Kotor (da sempre Cattaro)

Diario di viaggio del 16.08

Kotor

Vabbè, dai, adesso è Kotor ma per secoli e fino alla fine della seconda guerra mondiale è sempre stata chiamata Cattaro ed il grande fiordo su cui si affaccia ancora adesso sono le Bocche di Cattaro.

Ancora resta molto nel centro storico dell’antica struttura che le avevano dato i veneziani: le porte di accesso, le piazze, molti degli edifici, sicuramente le fortificazioni (dichiarate patrimonio mondiale dall’Unesco) che colpiscono l’occhio molto prima di vedere la citta, abbarbicate come sono al monte di S.Giovanni fino ai 280 mt della “fortezza”.

Se pensiamo che già nel VI° secolo Diocleziano ci mette mano per ristrutturarle capiamo quante cose hanno visto fino all’ultima occupazione austro-ungarica che le lascia in stato di abbandono totale dal 1918. Solo nel 1979 l’ Unesco decide di sistemarle oltre che per una esigenza culturale anche per averne un ritorno economico-turistico per la città .

Colazione autogestita con la mia moketta, il latte, i biscotti e poi pulizia moto e rabbocco olio. Alle 8.45 Kristina, la receptionist mi viene a chiamare per dirmi che è ora di andare. Andare dove? Ma al giro in barca dell’intero fiordo che avevo prenotato ieri sera, naturalmente ..

La barca è nuova, siamo in 10 più Bojan, il nostro nocchiero e cicerone; purtroppo l’aria è completamente intrisa del fumo dei tanti incendi visti ieri ed anche la visibilità è parecchio compromessa. Per fortuna si alza una leggera brezza che qualcosa pulisce ma lo “smell” del fumo si sentirà per l’intero tour. Prima tappa, dopo circa un quarto d’ora di traversata sono le due piccole isole di San Giorgio e di Nostra Signora delle Rocce, due autentici bijou nella limpida trasparenza del mare blu.

Ci rechiamo quindi alla vecchia base dei sottomarini italiani della seconda guerra e per me c’è un significato particolare perchè qui mio papà è rimasto di stanza quasi 1 anno (la base in sè non è niente di particolare). Bellissima invece, dopo quasi un’ora di navigazione e la circumnavigazione di Mamula, la fortezza messa al centro dell’ingresso al fiordo, la visita alla Grotta Azzurra con la possibilità , subito colta al balzo dal sottoscritto, di un bagno nelle splendide e calde acque. Il ritorno, costeggiando la costa, porta la durata del tour a quasi tre ore.

Nel pomeriggio giretto in spiaggia e sistemazione catena moto (tiraggio, pulizia, oliatura), doccia e cena autogestita con l’ormai consueto piatto di spaghetti al tonno e pomodoro.

Domattina si parte per il Parco Nazionale del Durmitor: Antonio Nicolini (e molti altri ..) dicono che vale assolutamente la pena!!

Ciao ciao.

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