26.08.2022

SONO A CASA E ..

Venerdi 12 agosto, come sapete bene Voi che mi seguite, sono arrivato a casa dopo più di 40 giorni in terra asiatica: ho attraversato Slovenia, Croazia, Bulgaria, Turchia, Georgia, Russia, Kazakhstan, Uzbekistan e Tajikistan sia all’andata che al ritorno (anche se per strade differenti). Il contachilometri di Kazakina (la mia Kawasaki Versys-x 300 adventure) segnava 39.413 km.

Già il martedi successivo (il lunedi era ferragosto .. he he he ..) sono andato dall’amico Francesco e insieme all’inseparabile Piero abbiamo sistemato il telaio delle valigie laterali aggiungendo due staffe anteriori e irrobustendo quella posteriore (ora non si sposta neanche se volessi ..): grazie Francesco, grazie Piero, gran bel (e solido!!) lavoro.

La domenica 21 agosto mi sono incontrato a casa dell’amico e meccanico di fiducia Moreno con Gianni, titolare di MotoService qui a Padova, e Gianni mi ha confermato la disponibilità di una cassa in metallo per l’invio della moto in Canada: adesso sono tranquillo (in realtà si poteva anche fare in legno ma tuttii costruttori erano e sono in gran parte ancora in ferie; e poi in metallo pesa meno ed è ancora più robusta). Grazie Gianni, grazie Moreno.

Lunedi 22 agosto la Tecnomoto di Moreno a Brugine era ancora chiusa per ferie ma il titolare ha inviato l’aiutante Gabriele e con Lui Kazakina si è rimessa a nuovo in vista degli oltre 30.000 km da affrontare in territorio americano: cambio pneumatici (ancora quasi nuovi ma non in grado di reggere tutti quei km ..), cambio olio e filtro, controllo e pulizia filtro aria, controllo e nuova taratura ammortizzatore posteriore, controllo forcelle anteriori (ok), controllo frizione (ok), sistemazione barra protezione motore (lesionata in Kazakhstan). Gran bel servizio, grazie Gabriele!!

Martedi 23, sempre alla Tecnomoto, con l’aiuto di Moreno, Gianni (un altro, eh, non il titolare di MotoService) e Gabriele, costruzione della cassa in metallo, posizionamento della moto (staccati la ruota anteriore ed il manubrio) e di tutto il resto del materiale (2 valigie laterali, borsa waterproof da 40 lt, piastra posteriore staccata, il casco Caberg, gli stivali Eleveit, ammennicoli vari ..) all’interno della stessa, chiusura con pareti e coperchio in ABS: la Kawasaki è bell’e pronta per essere spedita in Canada, con il documento di viaggio (carnet de passage en douane) allegato.

Ed infine mercoledi mattina, ore 10, alla Tecnomoto arriva un camioncino con sponda idraulica inviato da Combi Line International (referente la sig.ra Valentina) che carica la moto e la porta a destinazione. Tutto si è compiuto. Adesso devo solo aspettare notizie dall’amico Paolo Federici di Fortune International Transport per sapere nome del vascello, date di partenza e arrivo e poi trasferirmi in Canada per continuare il viaggio.

Il ALL AROUND THE WORLD TWO passa alla sua terza tappa, forse la più bella, sicuramente la più lunga .. e come sempre speremo ben!!

Ciao ciao.

12.08.2022

ARRIVATO!!

Volano i 600 km fino a casa mia, volano bagnati dalla tanta pioggia presa ma oggi avrei accettato qualsiasi cosa, concentrato come sono sul ritorno a Pontelongo.

Ad attendermi Lei, la mia compagna da una vita; il mio nume tutelare, Anna: lungo abbraccio, scambio di baci e .. anche la seconda parte del mio giro del mondo ha termine.

Ora l’ organizzazione del trasporto della moto in NordAmerica, non sò ancora se USA o Canada, non sò ancora se via mare o via aerea, ma sò che, salvo imprevisti, ripartirò; e ripartirò più motivato di prima, sia perchè ricaricato da questi giorni di permanenza a casa sia perchè, conoscendomi, queste “difficoltà” mi hanno sempre spinto ad andare avant, a non arrendermii: gli ostacoli vanno superati, fanno crescere e poi .. sono le cose che più si ricordano!!

Ciao ciao, mi rifarò vivo presto con, speriamo, buone notizie!!

11.08.2022

POCO SULLA STRADA, MOLTO SUL RESTO

La partenza da Sofia di primo mattino non riserva sorprese: freschetto, tutto sommato bel tempo, poco traffico. Poi comincia un “cava e metti” di antipioggia che continuerà fino a Slavonski Brod, in Croazia: continui piccoli acquazzoni alternati a tratti di bel tempo e caldo.

Alloggio in un “apartman” in un vecchio palazzo , gestito da un anziano signore che si fa veramente in quattro per mettermi a mio agio; unico inconveniente: terzo piano e 48 scalini da fare con una borsa che sembra pesare sempre di più.

Kazakina è ormai ridotta sporca e lacera (dopo tutta la pioggia presa) ma va che è una meraviglia: ormai aspetto di arrivare a casa per rimetterla a nuovo, sia esteticamente che di motore.

Non ne ho mai parlato, visto che in questa parte del mio giro del mondo non ho avuto incontri particolari, ma il mio impegno a favore di Emergency è sempre vivo dentro di me e lo straccetto della pace ed il pin hanno sempre fatto bella mostra di sè attaccati come sono alla spallina del mio zainetto.

Anche gli occhiali Swissflex, con le lenti HOYA, mi hanno accompagnato in ogni momento di questi quasi 17.000 km .. sennò come la vedevo la strada da percorrere!! E poi quanto belli sono i mei occhiali da sole??

Una menzione speciale poi per i pneumatici della Heidenau, i K60 Scout; il primo cambio ho dovuto farlo per forza di cose (rottura supporto anteriore dove erano attaccati quelli di riserva) a Qandiacash, in Kazakhstan, ma sarebbero potuto durare altri diecimila km oltre ai ventimila già fatti.Ora guardate questi che ho su: quasi dodicimila km e sembrano ancora nuovi!!

Ed infine, fondamentale per la mia schiena (ed il mio fondoschiena) la sella che Elisa e Praby hanno confezionato per me: bella, confortevole e soprattutto resistente viste le continue sollecitazioni a cui è stata sottoposta. Un grazie di cuore ragazzi.

Domattina si riparte ed è una partenza lieve, gradevole, …., perchè l’arrivo è al mio paesello natale, è tra le braccia di Anna e, anche se non previsto inizialmente, è bellissimo poterla riabbracciare e stare qualche giorno assieme. Anna, Pontelongo, sto arrivando

10.08.2022

BOMBA D’ACQUA

Sono le 5.25, ora di alzarsi e partire in direzione Edirne e l’ ultima frontiera che potrebbe “rompere”; carico la moto come sempre con attenzione e parto; primi 10 minuti tranquilli con tante foto al volo nell’alba rosata.

Poi com’è, come non è una folata di forte vento ed una autentica bomba d’acqua mi investe ed in 30 secondi sono bagnato fradicio fino alle mutande. Non l’ho vista arrivare, non ho sentito niente, investito da un tornado .. e durerà almeno 30 minuti buoni, con visibilità nulla se non i fanalini rossi dell’auto davanti a me: devo dire che me la sono vista brutta ma non c’era neanche la possibilità di fermarsi nell’intricato reticolato di strade a 3-4 corsie di Istanbul.

Dico che passerà .. ed effettivamente passa, ma mezz’ora è veramente tanta in quelle condizioni, In compenso la pioggia mi accompagnerà almeno altre 3-4 volte durante il tragitto ed anche nell’entrata in Sofia .. ma queste volte riesco a mettere l’antipioggia e la situazione è assolutamente differente.

Stasera vado per l’ultima preparazione autogestita della cena con gli spaghetti trafilati al bronzo e due scatolette di tonno, crepi l’avarizia. Prima di addormentarmi telefonatina su whatsapp con Anna (come tutte le sere) che mi da buone notizie da casa e ancora contatti per spedizione moto in nord america.

Domani ultima fermata in terra straniera: Sovin, frazione di Slavonski Brod, Croazia.

Ciao ciao.

09.08.2022

CLIMA

Se è vero che tutti noi, Voi a casa e noi qui in viaggio, ci siamo lamentati del terribile caldo dei giorni passati, qui in Turchia devo dire che le cose stanno cambiando.

Son partito stamattina alle 6 sa Samsun e mi sono immediatamente arrampicato in montagna con un freddo, ma un freddo micidiale. E dopo 100 km di montagna per non farmi mancare nulla me ne faccio altri 200 sotto la pioggia, pioggia vera, di quella che dura. Poi, quando sono nelle vicinanze (si fa per dire, la “periferia” inizia appena si arriva sul Mar di Marmara) di Istanbul altro cambiamento brusco con il solito caldo afoso condito con un traffico pazzesco ed anche qualche incidente (niente di preoccupante, dai, tamponamenti ..)

E’ la sesta volta che arrivo a Istanbul e questa volta decido di fare una scelta differente dal solito e così, invece dei soliti Sultanahmet, Beyoglu, Taksim o Besiktas. decido di restare un pò più in relax aquasi 7 km dalla parte turistica: mi fermo a Kadycoy, parte asiatica della città, nel bel Moda Drei (unico inconveniente tre piani di scale e letto a castello SOPRA!!)

Tranquillo si, ma anche animato con suonatori per le strade e tocchi di italianità.

Domani si torna in Europa con i 600 km fino a Sofia.

Ciao ciao.

08.08.2022

IL BAZAAR

Si cari sono in un autentico bazaar turco, ma non quello monumentale, e per turisti ormai, di Istanbul, quanto invece in un meno rinomato ma sicuramente più autentico mercato turco, uno di quelli dove di turisti ne vedi pochi ma è ricco e animato di gente locale che ci va a comperare le cose di cui ha necessità.

Sono a Samsun, sul mar Nero, e ci sono arrivato dopo quasi 550 km di strada litoranea bellina e neanche tanto trafficata. Intanto stamattina ho stabilito un record nel tempo di permanenza in una frontiera qui in Asia, perchè il border tra Georgia e Turchia ha richiesto meno di mezz’ora, con controlli lo stesso efficaci ma sicuramente veloci ed organizzati. Il tempo è buono, caldo ma non terribile, sono io che , come temevo, ho spesso colpi di sonno per come ho passato la notte: per fortuna ho sbandato più di una volta ma mi sono sempre ripreso in tempo .. accidentaccio!!

L’acqua del Mar Nero è bella davvero e le piccole spiaggette (anche qualche caletta) sono frequentate da bagnanti giovani e vecchi; dove le spiagge sono più lunghe la concentrazione di gente è sicuramente maggiore ma quel che per noi stupisce è che non ci sono infrastrutture, la spiaggia è completamente libera, ed ho visto con i miei occhi che viene pulita al mattino da “stradini” delle varie amministrazioni locali. Moltissimi invece gli alberghi, SPA, resort, abbarbicati sulle colline che digradano verso il mare.

Qui vicino al bazaar c’è un’alta concentrazione di piccoli ristorantini locali che Necmi, il titolare del vecchio otel (no, non mi sono dimenticato la H, si chiama proprio otel) tradizionale dove sono alloggiato per 13 € mi ha assicurato che sono “speciali” e soprattutto “cheap”. Vediamo se è vero.

Ciao ciao

07.08.2022

GIORNATE SI, GIORNATE NO

Parto con una leggera pioggerellina da Vladikavkaz ed arrivo in pochi minuti alla frontiera tra Russia e Georgia; ne uscirò soltanto dopo 3 ore e mezza, non perchè i controlli siano stati lunghi e rigorosi, no, ma soltanto perchè sono e siamo (con me c’erano tanti camionisti e ignari viaggiatori che andavano nell’una o nell’altra direzione) rimasti bloccati per oltre due ore nella terra di nessuno per un problema ai computer del border (e mezz’ora dentro al tunnel che qualcuno conosce bene, mangiando polvere e gas di scarico).

Ecco, io credo che ci siano giornate nate così .. e per il resto della giornata non cambiano!!

Per fortuna i paesaggi che mi accolgono sul Caucaso in terra georgiana sono veramente favolosi.

La cosa invece importante da dire è che nella notte ho cambiato programma ed invece di attraversare subito anche la seconda frontiera tra Georgia e Turchia, me ne vado a ovest verso Batumi, sul mar nero, e vedo se riesco a guadagnare un giorno arrivando a Istanbul in 3 tappe invece di 4 (sempre nell’ottica di spedire quanto prima la moto in Canada ..).

I poco più di 500 km scorrono inizialmente su bella strada, per essere poi riportati su quella di montagna già percorsa all’andata; infine gli ultimi 180 km vedono in senso contrario una lunga teoria di automobili di turisti locali di ritorno da una o più giornate al mare a Batumi (dico 180 km di coda .. altro che Sottomarina .. o Jesolo .. o Rimini).

Batumi è sempre caotica ma mostra un volto più umano rispetto a una ventina di giorni fa; purtroppo il “Enjoy the Hostel” non ha aria condizionata ne ventilatore e quindi riuscirò a dormire pochissimo per il gran caldo (mi sveglierò al mattino in un lago di sudore). Per fortuna Kazakina ha dormito benissimo in strada .. nessun problema!!

Speriamo di non risentirne alla guida verso Samsun!!

06.08.2022

IL QUADRO

A dire il vero i quadri di cui voglio parlare sono due: uno ve lo mostro anche, l’altro non ho avuto il coraggio (come spesso mi succede e come ho già spiegato in altri diari). Dunque parlo di quello che non vedrete se non attraverso il mio racconto. Ho attraversato nella seconda parte della giornata le due repubbliche di Daghestan e Cecenia, teatro negli anni ’90 e nei primi del 2000 di una serie di attentati e azioni di guerriglia per la separazione dalla Russia; tali azioni portarono all’invasione della Cecenia da parte russa e alla completa distruzione di Groznyi, il capoluogo. Ad un passaggio pedonale ho visto il quadro: 6 donne (2 bambine, 2 giovani donne e 2 anziane signore) tutte vestite in maniera tradizionale, con lunghe gonne a coprire fino alle caviglie e l’immancabile, enorme fazzolettone a coprire tutto il capo. L’unica differenza che le bambine portavano un vestiario completamente candido come la neve, le giovani donne grandi fiorami colorati mentre le 2 anziane vestivano completamente di nero: fantastico il tutto. Ah gli uomini vestono invece all’occidentale, con pantaloni lunghi e tshirt, polo o camicia attillati e tutti, dico tutti con barba più o meno folta ma senza baffi.

la Groznyi ricostruita

Il secondo quadro invece lo trovate qui sotto e riguarda l’incredibile quantità di enormi manifesti raffiguranti il presidente ceceno Ramzan Kadyrov, il militare e uomo politico che dal 2007 guida la repubblica ribelle. In ogni posa (a cavallo, mentre gioca a calcio, in giacca e cravatta, in divisa da militare, .. ) ed in ogni dove (sui palazzi, lungo le strade, sulle porte di ingresso alle città, sulle pubblicità, .. ) col suo faccione sorridente e l’immancabile colbacco di astrakan in testa.

kadyrov 1
.. e 2.

Sono alloggiato nel bellissimo Baltson Hostel, pulito, organizzato, bello da vedere tutto rifinito in marmo e legno, con wifi, aria condizionata, parcheggio custodito ed un buonissimo ed economico ristorante nella parte inferiore .. ed il tutto per 10 € (ah, pago in rubli in contanti, neanche parlarne di euro, dollari o carte di credito nostrane!!).

Il tragitto di quasi 600 km ha visto la novità della pioggia che mi ha accompagnato nella parte centrale del percorso per quasi 200 km; però ora che sono arrivato a Vladykavkaz (sembra voler dire Vlady, cava chel caz.. de esercito dall’ Ucraina, speremo che non i me censura!!) sono completamente asciutto ed a pochi km dalla frontiera georgiana.

la lussureggiante strada dopo la pioggia (bel confronto con la steppa kazaka ..)

Domani provo a passare due frontiere in un solo giorno e arrivare direttamente in Turchia. Provo ..

Ciao ciao.

05.08.2022

IL CAPPOTTO DI .. ASTRAKAN

Uscendo da Volgograd incrocio uno dei vecchi tram di epoca sovietica: un dinosauro dimenticato da Dio e dagli uomini che continua a svolgere orgogliosamente il suo compito.

Il vecchio tram sferraglia verso Volgograd

Sono alloggiato al U Hostel di Astrachan dove sono arrivato dopo circa 450 km di un caldo infernale, con la strada che ha corso lungo le anse della riva destra del Volga; ho anche incrociato una vecchia centrale parzialmente arrugginita (non sò se nucleare o no, non sono un esperto); la città, 500.000 abitanti, è una delle più grandi della Russia meridionale ed il capoluogo della omonima oblast, situata sul fiume Volga a 90 km dal suo ingresso nel Mar Caspio.

centrale nucleare si o no?

Da noi “il cappotto di Astrakan” è un romanzo del 1978 di Piero Chiara da cui sarà tratto un film del 1980 con Johnny Dorelli; ma l’ astrakan è anche una pelliccia riccia e nera, fatta con la lana delle omonime pecore (il cui vero nome è Karakul).

Non è un lago, solo un’ansa del volga ormai quasi alla foce

L’ ostello è situato nella zona vecchia di Astrachan, con ancora molte case in legno, come si usava anni addietro; sono un pò tutti uguali questi ostelli russi: difficili da trovare (nessuna insegna esterna) e nessuno nella zona che li conosca, non proprio il massimo della bellezza con muri scrostati e poche suppellettili, ma assolutamente funzionali con wifi che c’è e funziona bene. aria condizionata in tutte le camere, presa e luce per ogni letto, buoni materassi e pulizia di ambienti e lenzuola .. insomma per 7 € a notte ci si può stare!!

l’ingresso in città ..
la via dell’ostello con le vecchie case

Domani ultima tappa in terra russa, con destinazione Vladikavkaz, in Cecenia (ripasso per Grozny) e poi la frontiera con la Georgia. Come sempre speremo ben.

Ciao ciao.

04.08.2022

VOLGOGRAD O STALINGRADO?

Capoluogo della omonima “oblast” (prefettura), Volgograd come è chiamata dal 1961 o Stalingrado come dal 1925 è città storica, teatro durante la seconda guerra mondiale di una delle più sanguinose battaglie di quel conflitto, dove la vittoria dell’ Armata Rossa dopo 6 mesi di assedio con tutti gli edifici rasi al suolo segna l’ inizio della sconfitta finale della wermacht di Hitler.

il Cremlino ricostruito ..

Oggi Volgograd è una città di più di un milione di abitanti, adagiata sulla sponda ovest del più lungo fiume d’ europa, il Volga appunto. Da qui al suo delta che termina nel Mar Caspio il fiume è navigabile anche da navi di grosso tonellaggio.

.. ed anche il teatro ricostruito di Volgograd

Più e più volte la bella strada che lascia Saratov si avvicina al corso del fiume, mentre le ruote di Kazakina percorrono km su km sui saliscendi degli ultimi contrafforti degli Urali, la bassa catena montuosa che separa l’Europa dall’ Asia. Di caratteristico lungo la strada sono le baracche lungo la strada che questa volta vendono centinaia di statuine di terracotta con i più incredibili soggetti, da quelli delle fiabe, gli animali, a personaggi famosi, tutti coloratissimi.

Kazakina vicino al Volga.
Di tutto un pò ..

Il Friends Hotel, gestito dall’anziana Olga e dal giovane Artiom, è pieno di ragazzi provenienti dalle più disparate parti: dallo Yemen, dall’ Egitto, dal Libano, dall’ Azerbaijan, qui giunti per studiare o .. per fuggire a situazioni per niente “facili”. Umanità varia che racconta la sua storia.

Domani si corre ancora, obiettivo Astrachan: che ci siano ancora le pecore nere (karakul)?

Ciao ciao.