IL CAPPOTTO DI .. ASTRAKAN
Uscendo da Volgograd incrocio uno dei vecchi tram di epoca sovietica: un dinosauro dimenticato da Dio e dagli uomini che continua a svolgere orgogliosamente il suo compito.
Sono alloggiato al U Hostel di Astrachan dove sono arrivato dopo circa 450 km di un caldo infernale, con la strada che ha corso lungo le anse della riva destra del Volga; ho anche incrociato una vecchia centrale parzialmente arrugginita (non sò se nucleare o no, non sono un esperto); la città, 500.000 abitanti, è una delle più grandi della Russia meridionale ed il capoluogo della omonima oblast, situata sul fiume Volga a 90 km dal suo ingresso nel Mar Caspio.
Da noi “il cappotto di Astrakan” è un romanzo del 1978 di Piero Chiara da cui sarà tratto un film del 1980 con Johnny Dorelli; ma l’ astrakan è anche una pelliccia riccia e nera, fatta con la lana delle omonime pecore (il cui vero nome è Karakul).
L’ ostello è situato nella zona vecchia di Astrachan, con ancora molte case in legno, come si usava anni addietro; sono un pò tutti uguali questi ostelli russi: difficili da trovare (nessuna insegna esterna) e nessuno nella zona che li conosca, non proprio il massimo della bellezza con muri scrostati e poche suppellettili, ma assolutamente funzionali con wifi che c’è e funziona bene. aria condizionata in tutte le camere, presa e luce per ogni letto, buoni materassi e pulizia di ambienti e lenzuola .. insomma per 7 € a notte ci si può stare!!
Domani ultima tappa in terra russa, con destinazione Vladikavkaz, in Cecenia (ripasso per Grozny) e poi la frontiera con la Georgia. Come sempre speremo ben.
Ciao ciao.