Diario del 29.07.2022

TORNO A CASA

Si, si, ho deciso che torno in Italia e spedisco la moto in Nord America da un porto o aereoporto italiano. Diciamo che la questione prezzo ha inciso non poco ma non c’è solo quello; ci sono anche le incognite di un terzo visto russo che non si sa se si riesce ad averlo, ci sono incognite sulla spedizione che qualche mese fa non c’erano, diversi altri fattori personali.

E così stamattina parto in direzione Tashkent e speriamo che almeno non ci siano anche altri inconvenienti. Bellissima la prima parte lungo il torrente (riesco a fare una colazione in itinere in un bellissimo posto a quasi 3000 mt di quota) e quella che sale al passo, duro il nuovo impatto con i 19 tunnel che mi riempiono di ossido di carbonio e polvere

Inconvenienti no ma la strada per arrivare al valico di frontiera non è proprio “simpatica”; si perché il primo border dove arrivo e dove mi porta il satellitare è aperto solo ai locali a piedi e devo sorbirmi altri 60 km di quella che ormai chiamo la strada “merda”, cioè un insieme di sterrato, asfalto mal ridotto, tacconature e buche che appunto merita il soprannome.

Fosse finita; il border tajico tutto sommato si rivela abbastanza rapido, ma quello uzbeco è ben altra cosa rispetto all’andata perché passo la bellezza di 8 posti di controllo ed infine viene passata al setaccio tutta la moto (smontato assolutamente tutto, svuotato le borse laterali e passate al metal detector quelle morbide) compreso il passaggio del cane antidroga e sonda nel serbatoio della benzina!!. Gnanca Pablo Escobar jera controeà cossì!!

Morale della favola esco alle 18, dopo quasi 4 ore di caldo infernale (e non esagero, come pensa qualcuno) e poco dopo le 20 sono al Paradise Inn dove mi doccio, esco, compro qualcosa al market e rientro per ficcarmi in letto bello stanco.

Domani altra frontiera e altri 600 km.

Ciao ciao.

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