20.03.2023 LA CITTA’ DEI PONTI

Costantina (per i francesi Constantine, per i romani Qusantina) è detta città dei ponti per via dei numerosi ponti che connettono le varie colline, vallate e gole su cui è costruita. E’ una città di 450 mila abitanti (terza per grandezza in Algeria dopo Algeri e Orano) ma è la indiscussa capitale dell’ economia algerina nonché capoluogo della parte orientale del paese.

Il traffico che la contraddistingue è caotico e lo è ancora di più per le ripide salite (e discese) che fanno usare la frizione continuamente, soprattutto in vicinanza dei dossi rallentatori, soprattutto se davanti c’è un bus o un camion che rallentano tutti.

Dopo essermela scapolata per due giorni stamattina lascio la bella camera all’ Hotel El Bey sotto una sottile pioggerellina, pioggerellina che andrà intensificandosi nel corso della giornata e che mi costringerà a ritornare con addosso tutto il completo antipioggia (giacca, pantaloni, copristivali e copriguanti).

Nonostante questo prendo la moto e faccio i quasi 6 km che mi separano dal centro del centro (città) e parcheggio a pochi metri da piazza dei Martiri e Bennacer Square.

Cambio 20 € da un illegale (ottengo molto di più del cambio ufficiale: 4000 dinari invece di poco meno di 3000. Il cambio è 1€ = 144,77 dz) e mi incammino sotto la sottile pioggia per Rue Didouche Mourad, o per meglio dire il vero “market” della città, frequentatissimo e pieno di negozietti tradizionali. mercato dove rubo parecchie foto ed anche qualche video Arrivo alla gola del Oued Rhumel passando davanti ad una moschea del 1443 e mi affaccio sui ponti El Kantara e Sidi M’chid: tante foto per questi panorami così particolari!!

Ritorno costeggiando il tribunale militare e arrivando a Place de la Brèche non posso non ammirare i bei palazzi coloniali (retaggio di una Francia che qui è rimasta parecchio tempo) tra cui spicca l’hotel El Maghreb.

Come detto mi prendo la mia razione di acqua e per ritornare al El Bey mi infilo nel disordinato caos di auto, camion, bus: viene spontaneo notare come ormai i motorini e le motorette non ci siano più: nei piccoli centri del deserto la facevano da padroni!!

Ieri sera ho cenato in un ristorante tradizionale algerino, ed alla fine ho conosciuto il gestore monsieur Bathi, che parla bene l’italiano in quanto ci ha vissuto per vent’anni, andando da Caserta a Bolzano: penso che stasera ci ritorno (sempre per mangiare algerino, eh ..).

Domani sono 380 km per arrivare alla capitale: Algeri, sto arrivandoooooo ..

Ciao ciao.

Maurizio

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