11.03.2023 BELLA LA PENTAPOLI .. CHE PERO’ SONO 7

Beh, avere un amico nel luogo che si sta visitando è il massimo; e Abdul un amico lo è diventato davvero, dedicandomi l’intera giornata e .. altro!!

Nella grande sala sono da solo a far colazione e la brioche con cafe au lait va giù che è una meraviglia (come del resto la baguette a fette con burro e marmellata di datteri, lo yogurt, l’uovo ed il succo di pompelmo).

E per spiegare il titolo: Ghardaia è conosciuta come la pentapoli degli Ibaditi nella valle della M’zab (Beni Isguen, Melika, Bou Noura, El Atteuf, Ghardaia) ma a 40 km e a 120 km ci sono altre due città dove gli ibaditi sono la maggioranza (ma di queste non so il nome). Infine da ricordare che Ghardaia (patrimonio mondiale dell’ Unesco dal 1982) vide più e più volte la visita del grande architetto svizzero Le Corbousier, innamorato dell’architettura locale.

Alle 8.45 arriva Abdul in divisa Yamaha e con la nuovissima T700 Tenerè (prima e unica a Ghardaia). Un piacere guidare con Lui nelle piccole viuzze della Beni Isguen vecchia. Andiamo alla Ooredoo per la sym card telefonica ma il sistema è in tilt (ci torneremo dopo le 13) e quindi via attraverso vie molto trafficate e piene di gente a piedi per arrivare alla piazza del mercato di Ghardaia: uno spettacolo di mercanzie culinarie varie, tappeti, abiti tradizionali, umanità varia. Parcheggiamo ed andiamo all’ ufficio delle guide dove troviamo un vero personaggio, già vicesindaco della città ed un pozzo di conoscenza innamorato della Sua città.

L’ora in Sua compagnia vola lungo le strette “calli” e la degustazione finale dei 13 tipi di datteri è come la classica ciliegina sulla torta.

Riprendiamo le moto e via verso il primo insediamento della valle, El Atteuf, dove con Abdul conosciamo un motociclista locale di ritorno con la Sua BMW F310GS da un raid in fuoristrada a Tlemcen (nel nord-est del paese) e monsier Seta, un simpatico anzianotto , un po’ guascone ed un po’ filosofo, che ha conosciuto anche Giovanni Paolo II. Visitiamo il Souk, passiamo vicino ad un crocicchio di persone intente a comprare il pane, saliamo ad un cimitero e scendiamo al mausoleo di Sidi Brahimi.

Sistemata anche la questione della sym card (adesso sono a posto in tutta l’ Algeria .. e ancora con Ooredoo .. e non ho pagato nulla, tutto offerto dal mio nuovo amico) nel pomeriggio, sotto l’egida di Abdul, prendo Yassine come guida e per due ore mi muovo lungo i tre stadi costruttivi di Beni Isguen (il primodnel 1200, il secondo del 1400 ed il terzo del 1600) salendo fino alla torre nel punto più alto dell’ intera valle: da sopra (dove Yassine ci fa salire) il panorama spazia a 360 gradi e naturalmente ne realizzo un bel video.

Salutato Abdul nel tornare verso la Maison Akham vengo rincorso inmotorino da un vecchietto che con flash e clacson mi costringe a fermarmi: gentilissimo mi porge una lunga vite che ha visto staccarsi dalla mia moto. Non posso che ringraziarLo più volte perché la vite era quella dell’ attacco dei sostegni delle borse laterali e senza sarebbe stato un bel problema.

Insomma , una gran bella giornata per merito di Abdul (che oltrettutto lavora con un’azienda italiana in Algeria e parla sia inglese che italiano). E la cena la porta lui direttamente dalla cucina di sua moglie ..

Grazie Abdul.

Ciao ciao.

Maurizio

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